Una delle domande che riceviamo più frequentemente riguarda la ricerca di lavoro nella nuova normalità. Non essendo professionisti nel campo delle Human Resources abbiamo pensato di intervistare un ex head hunter ora content creator impegnato nel divulgare su Youtube le best practices per trovare o cambiare lavoro.
FT: Partiamo dalla tua esperienza professionale, da dove sei partito e di cosa ti occupi oggi?
VV: Mi sono laureato Magistrale in Luiss in Management con Major in Entrepreneurship and Innovation, all’ultimo anno di magistrale avevo la necessità di svolgere un tirocinio curriculare per l’ottenimento dei crediti formativi per accedere all’esame di laurea e ho avuto l’opportunità di entrare in una nota multinazionale di ricerca e selezione di personale, da quel momento in poi il mio modo di vedere il mondo del lavoro è cambiato completamente.
Sono entrato a conoscenza di tutte le dinamiche che ci sono dietro un iter selettivo. Prima da stagista e poi, dopo 6 mesi, sono stato assunto a tempo indeterminato.
Sembrerà folle ma poiché sono un po’ fuori di testa, ho deciso dopo un anno di lasciare il mio posto e dedicarmi sia al mio canale Youtube, dove parlo di Lavoro, Personal Branding e Finanza personale e alle mie attività imprenditoriali legate al business di famiglia che mi lega alla città di Salerno.
Diciamo che l’essere statici non fa per me!
FT: Multinazionale e poi passaggio al mondo digital con una forte componente imprenditoriale, cosa ti ha portato a questo cambiamento?
VV: La risposta è semplice, nel corso della mia vita ho sempre avuto idoli un po’ folli, mia mamma, che ha condotto l’azienda di famiglia da sola e ha cresciuto me e mio fratello senza l’aiuto di nessuno, mio fratello stesso, ingegnere aerospaziale che l’anno scorso si è licenziato da Leonardo per venire a supportare l’impresa di famiglia ed infine il mio idolo di infanzia, Kobe Bryant, che insegna a fare sempre meglio e ad onorare al meglio la propria esistenza.
Sono una persona che vuole sempre di più da se stessa e non riesco a vivere al pensiero di adagiarmi sugli allori.
Spero di far trasparire questo modo di pensare in tutte le mie iniziative.
Tornando però al mondo del business, non sarò banale dicendo che il digitale offre tantissime opportunità, questo è scontato. Dirò semplicemente che nel 2020, costruire una Community è più importante di costruire un grattacielo.
FT: Come pensi la tecnologia cambierà la tua professione e come l’ha già cambiata?
VV: LinkedIn su tutti ha cambiato completamente il modo di cercare lavoro e lato aziende di trovare i talenti migliori.
Basti pensare che al giorno d’oggi tutte le persone del mondo hanno accesso ad ogni singola opportunità lavorativa esistente.
Tradotto: aumento della competitività.
Sia per i candidati nel dover essere impeccabili visto che ora hanno a che fare con competitors provenienti virtualmente da tutto il mondo e sia per le aziende dato che devono continuare ad investire in manovre di branding per attirare i migliori talenti.
Mi raccontavano i miei manager che prima si svolgeva tutto di persona, ogni singolo step dell’iter selettivo veniva svolto di persona, anche lo screening del cv.
Ora invece le fasi di screening vengono svolte completamente in maniera digitale, ci sono software che fanno automaticamente saltar fuori i cv più validi, LinkedIn ci da una panoramica del profilo prima ancora di incontrarlo, insomma al giorno d’oggi è molto più facile per il recruiter e molto più difficile per i candidati.
Quindi è fondamentale per un candidato sapere esattamente come scrivere un cv, come creare un profilo LinkedIn e come posizionarsi al meglio sul mercato del lavoro.
FT: Quali pensi siano le professioni che saranno più apprezzate nei prossimi anni?
VV: Una sola parola, Informatica!
Analisi dei dati, Sviluppo software e Cybersecurity. Questi sono i tre settori che monopolizzeranno (e già monopolizzano) le opportunità di lavoro.
Per tutte le altre posizioni, specie se si vuole emergere, è fondamentale un percorso di eccellenza e altamente specializzato.
Il mercato del lavoro è sempre di più candidate driven e la specializzazione è diventata fondamentale.
Quello che un tempo era utile per differenziarsi, come ad esempio la conoscenza dell’inglese o l’esperienza all’estero, ora sono diventate delle cose scontate.
FT: Non possiamo esimerci dal farti una domanda legata al momento storico che stiamo vivendo, cosa consigli a chi cercare lavoro post-covid?
VV: Curare il proprio profilo, e per curare intendo avere un cv impeccabile, avere un profilo LinkedIn ben posizionato e sapere esattamente come posizionarsi in un determinato settore, dico sempre che dobbiamo vedere il nostro profilo come fosse un prodotto che vogliamo vendere, NON svendere.
Non basarsi solo sugli annunci, gli annunci di lavoro, specie sui social o sulle piattaforme dedicate, ci danno consapevolezza di un’esigenza dell’azienda in questione ma allo stesso tempo fanno in modo che il nostro profilo sia in competizione con tantissimi altri profili.
Il mio consiglio è muoversi anche per vie traverse (siti aziendali, Network personale, candidature spontanee)
Ed infine, non demoralizzarsi e non prendere sul personale i rifiuti. In un iter selettivo ci sono tantissime sfaccettature diverse e i motivi di un rifiuto possono essere tantissimi. Il mio consiglio è quello di ringraziare, andare avanti e mettersi sempre a disposizione, NON IN MANIERA DISPERATA ma da professionista.
Ci sarebbero anche altre cose da aggiungere ma per motivi di “spazio” mi limito a questi 3 consigli che ritengo siano i più importanti, per quello vi invito a dare un occhiata al video “Come cercare e trovare lavoro (Post Covid): 6 consigli pratici. Potete trovarlo sul mio canale.
FT: Ti sentiresti di consigliare un’esperienza in una start-up o in una realtà medio piccola a un giovane che appena completato gli studi o consigli prima un’esperienza in una grande corporation?
VV: La famosa domanda da un milione di dollari.
Torniamo seri, la startup ti da la possibilità di poter subito incidere direttamente sui risultati dell’azienda e vedere il tuo impatto reale, ti permette di metterti alla prova in tantissime attività diverse tra loro e acquisire competenze molto più rapidamente rispetto ad una realtà più grande e strutturata.
D’altro canto la multinazionale ti da la possibilità immediatamente di portare valore al tuo cv, di essere più spendibile sul mercato del lavoro e di vedere come si struttura una grande realtà, con le gerarchie e i compiti specifici.
L’ideale sarebbe fare un’esperienza in startup come stagista durante il percorso di studi e una volta conseguita la laurea entrare in una grande corporation.
Poi una volta assaggiate entrambe si decide quale fa di più al caso nostro!