Oggi ne parliamo con Matteo Ognibene, Financial Risk Manager.
FT: Ciao Matteo, innanzitutto grazie per essere qui con noi! Quello di cui vorremmo parlare sono le politiche che la BCE sta portando avanti in questo momento così delicato e di come può aiutare gli Stati membri.
Matteo: prima di raccontarvi quali siano le politiche che la BCE sta mettendo in atto partirei dal processo che uno stato mette in atto per finanziarsi, è un concetto basilare che riguarda tecnicamente l’emissione di obbligazioni. Quando uno stato si finanzia le sue obbligazioni vengono acquistate nella quasi totalità da investitori istituzionali come gli istituti finanziari, i fondi comuni d’investimento, i fondi pensione, etc…
Questa prima fase costituisce il cosiddetto mercato primario ed è il “luogo” dove, tramite asta, viene stabilito il tasso d’interesse che realmente verrà pagato dallo Stato.
Tuttavia chi acquista le obbligazioni può sempre rivenderle sul cosiddetto mercato secondario, ed è qui che si determina lo spread di cui si parla sui giornali.
(Chiaramente le future emissioni sul mercato primario e quindi ricordiamo il tasso realmente pagato dallo Stato risentiranno almeno in parte dei nuovi livelli di spread determinati dal mercato secondario)
FT: Ma quindi come entra in gioco la BCE? Spiegaci meglio, anche perché dopo l’unione monetaria nessuno Stato può mettere in atto né politiche espansive né tantomeno politiche restrittive che prevedono l’emissione di moneta.
Matteo: la BCE, che per statuto non può direttamente acquistare titoli sul mercato primario, per intervenire a “difesa” dei tassi di interesse dei titoli governativi, può quindi acquistare ingenti quantità di titoli di Stato sul mercato secondario; in questo modo, non solo contribuirà ad una discesa dello spread, e quindi a stabilizzare anche il tasso del mercato primario, ma sull’ammontare acquistato determinerà l’abbattimento quasi totale dei tassi di rendimento.
Per capire perché avviene dobbiamo fare una piccola premessa riguardo al bilancio delle banche centrali. Possiamo semplificare pensando che i titoli acquistati andranno a comporre l’attivo, mentre la moneta emessa per l’acquisto degli stessi andrà al passivo. Una volta scaduta l’obbligazione la BCE otterrà degli utili derivanti dal rimborso dell’obbligazione. In termini molto semplici se il tasso di rendimento dell’obbligazione (ricordiamo determinatosi sul mercato primario) è del 3%, e l’ammontare totale acquistato è di 1 mln di euro, l’utile totale della BCE sarà di 30mila euro.
FT: Beh, inizia a delinearsi il quadro…cosa fa la BCE con questi utili? A chi vengono distribuiti?
Matteo: ancora una volta ci viene in aiuto lo statuto, art. 33 “Ripartizione dei profitti e delle perdite netti della BCE”, che stabilisce che il profitto netto della BCE deve essere trasferito nell’ordine seguente:
a) un importo stabilito dal Consiglio direttivo, che non può superare il 20% del profitto netto, viene trasferito al fondo di riserva generale entro un limite pari al 100% del capitale;
b) il rimanente profitto netto viene distribuito ai detentori di quote della BCE in proporzione alle quote sottoscritte.
I detentori delle quote BCE sono le Banche Nazionali quali ad esempio la Banca d’Italia, la quale a sua volta ridistribuirà gli utili in base all’articolo 38 del suo statuto:
2. L’utile netto è così destinato:
a) alla riserva ordinaria, fino alla misura massima del 20 per cento;
b) ai partecipanti, che risultano titolari delle quote al termine del quarantesimo giorno precedente alla data dell’assemblea in prima convocazione, fino alla misura massima del 6 per cento del capitale;
c) alla riserva straordinaria e ad eventuali fondi speciali fino alla misura massima del 20 per cento;
d) allo Stato, per l’ammontare residuo.
Questo vuol dire che lo Stato Italiano riceverà ogni anno gli utili derivanti dall’acquisto di titoli da parte della BCE nella misura minima del 54% degli utili redistribuiti alla Banca d’Italia.
FT: Ci stai dicendo che lo Stato italiano riceverà ogni anno gli utili derivanti dall’acquisto di titoli da parte della BCE? Vuoi dirci che è così che la BCE trasferisce liquidità agli Stati membri?
Matteo: Non proprio, più che un modo per fornire liquidità agli Stati, lo definirei un modo per aiutarli a tenere i conti in ordine, e quindi a non pagare interessi sul debito troppo alti e soggetti ai “capricci” dei mercati.
Sintetizzando, gli acquisti di titoli sul mercato secondario da parte della BCE, rappresentano un vero e proprio guadagno da parte degli Stati europei che faranno tornare nelle loro tasche parte del denaro che sarebbe andato a finire in mano agli investitori privati.
Se ad esempio la redistribuzione percentuale dei profitti fosse il 100%, e l’unica detentrice delle quote BCE fosse la Banca d’Italia, lo Stato italiano nel nostro esempio avrebbe reincassato 30 mila euro, ossia l’esatto ammontare del costo dell’emissione, finanziandosi così a costo zero.
Ovviamente non dimentichiamo che la BCE acquista titoli di vari Paesi e redistribuisce gli utili a tutti i Paesi che hanno una partecipazione (tramite la loro Banca nazionale) presso la stessa.
Ad esempio nel 2019 grazie all’intervento della BCE sul mercato secondario lo Stato Italiano ha ricevuto utili per 8.9 miliardi di euro, come dichiarato dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.
FT: Volendo essere provocatori questo metodo spinto all’estremo, quindi facendo comprare la quasi totalità dei titoli emessi dai singoli stati alla BCE, potrebbe essere un’ottima arma in mano alla BCE per aiutare gli Stati in questo momento così duro?
Matteo: Certamente sarebbe una misura per contenere l’aumento del debito, permettendo quindi agli Stati di finanziarsi a costo praticamente nullo. Tuttavia in qualche modo possiamo ritenerlo un metodo per garantire agli Stati di poter accedere facilmente ai mercati per ottenere liquidità. Mettiamoci ad esempio nei panni di un investitore istituzionale che partecipa alle aste per l’acquisto di titoli di Stato sul mercato primario. Se è certo che qualora vorrà liberarsi dei titoli di Stato acquistati ci sarà sempre qualcuno a cui venderli e ad un prezzo non troppo volatile (in quanto la BCE tramite i suoi acquisti tiene basso lo spread), sarà certamente più propenso ad acquistare titoli e quindi a rifornire di liquidità gli Stati che ne avranno bisogno.
FT: Ci stai dicendo che questo dovrebbe bastare a garantire agli Stati tutta la liquidità di cui avranno bisogno?
Matteo: certamente no! In primis perché abbiamo parlato in termini “estremi” ed ovviamente la BCE non potrà/vorrà mai acquistare tutti i titoli di Stato in circolazione. Secondo perché questo strumento seppur abbia finora consentito all’Europa di sopravvivere alla crisi del 2008 e sia stato temporaneamente potenziato permettendo alla BCE di acquistare non solo titoli investment grade (di buona qualità) ma anche titoli cosiddetti junk (come i titoli di stato greci), non ha la capacità di rifornire gli Stati di liquidità alla velocità necessaria, questo è il motivo per cui in Europa si sta parlando tanto di MES, Eurobond ed addirittura di Helicopter money, che sono strumenti in grado di incidere sull’economia reale in maniera più diretta.