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FEDERICO SFORZA, CHIEF EXECUTIVE OFFICER & CO-FOUNDER AT AIDEXA

FT: Partiamo da te, ci potresti raccontare il tuo percorso lavorativo?

FS: Sono io che vi ringrazio, è un piacere anche per me! Ho 46 anni, sono sposato con due figli. Dopo una laurea con lode in Economia e internships all’estero, sono entrato in McKinsey & Company seguendo progetti strategici per clienti FIG. In questo periodo ho poi conseguito un MBA negli Stati Uniti a UCLA, dove ho fatto la mia prima esperienza imprenditoriale fondando Labstream, una società di Bioinformatica, software per le Biotecnologie.

E’ stata una milestone importante, perché per la prima volta mi sono confrontato con le complessità di una startup imprenditoriale, comprendendo l’importanza della comprensione dei bisogni del cliente e del mercato.

Sono poi entrato nel Gruppo Unicredit nel 2005, comprendendo che il settore bancario aveva necessità di trasformarsi, e dopo essere stato Responsabile dei progetti strategici sono diventato Senior Vice President a capo del Multichannel, gestendo le attività digitali in Germania, Austria e Italia. Proprio in questo contesto, mi sono reso conto per la prima volta dell’opportunità di servire meglio i bisogni degli imprenditori. Per questo, nel 2016 ho deciso di accettare la proposta di ING di seguire la Startup della Banca Digitale per le PMI, lavorando con numerose Fintech tra cui il leader mondiale di settore Kabbage.

Dopo l’esperienza in ING, ho accettato la sfida di Nexi, la paytech italiana che è poi stata la più grande IPO europea del 2019, diventando il Responsabile del Self Banking, una business unit con circa 50M€ di fatturato.

Infine, dopo oltre 20 anni di esperienza nel fintech e nel banking, ho deciso insieme a Roberto e ad Promotori di diventare io stesso imprenditore e di creare AideXa, Fintech italiana dedicata esclusivamente alle piccole imprese e alle partite Iva, che ha raccolto 45M€ diventando il maggiore “seed round” italiano di sempre.

FT: Il tuo curriculum include esperienze in grandi gruppi e importanti banche, come è stato passare al fintech? 

FS: In realtà è stato un percorso graduale, progressivo che ora ha subito un’accelerazione imprenditoriale: dopo tanta esperienza in una banca tradizionale, occupandomi di turnaround digitali, sono passato in una Banca Digitale “pura” per poter sviluppare senza legacy nuovi servizi per le imprese. Poi l’esperienza in una Fintech/Paytech leader nel settore dei pagamenti mi ha consentito di consolidare ulteriormente le skill manageriali a 360 gradi in un ambiente digitale agile ed altamente tecnologico.

Da lì, la volontà di creare io stesso una Fintech, in un momento difficile per il paese, mi ha fatto fare l’ultimo passo. Sentivo di avere maturato le conoscenze ed esperienze necessarie, con una Squadra di grande valore, per creare da zero una Fintech ideata per gli imprenditori.

Oggi dopo 5 mesi, siamo una squadra di oltre 30 talenti e stiamo testando il nostro primo prodotto con l’entusiasmo degli imprenditori. L’esperienza sinora è straordinaria!

FT: Come o quanto pensi che possa crescere il fintech da qui a 3 anni? Quali ambiti secondo saranno maggiormente interessati?

FS: Nel 2020 il Fintech comincia a dimostrare tutte il suo potenziale concreto di diventare motore di crescita e di cambiamento, non solo in Europa, ma anche e soprattutto in Italia. Questo trend accelererà ancora di più nei prossimi tre anni: l’Italia, essendo una delle economie più arretrate d’Europa dal punto di vista digitale, rappresenta anche la più grande opportunità di crescita per gli investitori, in due ambiti.

Prima di tutto nel mondo dei pagamenti, dove “tutto è iniziato”: stiamo assistendo a una crescita dei pagamenti digitali esponenziale, con numerosissimi player nazionali e internazionali che si stanno affermando sul mercato. Negli ultimi anni i pagamenti digitali in Italia continuano a crescere a doppia cifra (+11% yoy nel 2019, +15% yoy nel 2020), più rapidamente di ogni altro paese d’Europa. Per avere la conferma della “Leadership” italiana in questo ambito, basta guardare alla recente operazione Nexi/SIA e Nets, che ha creato di fatto la più grande Paytech Europea. Oppure al maxi-round di finanziamento di Satispay che ha attratto investitori del calibro di Jack Dorsey (inventore di Twitter).

In secondo luogo, grazie anche a cambiamenti “disruptive” come “l’open banking” e la PSD2, nell’ambito del Fintech per le Imprese. In Europa si assiste da un paio di anni alla nascita di fintech e banche ben capitalizzate dedicate alle PMI, come Monzo, OakNorth, Starling Bank, Tide, Penta, October. Anche qui il Fintech tricolore comincia ad affermarsi, e a cogliere l’opportunità dell’Open Banking per sviluppare servizi innovativi per gli imprenditori, sia di credito che transazionali. AideXa è stato il più grande seed round del 2020 in Europa. Per la prima volta abbiamo creato una Fintech, che ha già richiesto la licenza bancaria, dedicata e specializzata solo per gli imprenditori. Questo trend di crescita e consolidamento continuerà nei prossimi anni, perché l’Italia, con i suoi 7 Milioni di Piccole Imprese rappresenta il più grande mercato Europeo di SME, oltre ad essere il cuore economico del Paese.

FT: Quali credi siano stati gli effetti del covid che hanno maggiormente impattato il settore?

FS: Il Covid, che tutti purtroppo avremmo voluto evitare, ha portato con sé tensioni importanti sull’economia, mettendo in difficoltà numerosi settori, dal travel alla ristorazione, ma anche alcune opportunità rivelanti, a partire dalla digitalizzazione.  La «No Touch economy» che si è venuta a creare, ha accelerato la digitalizzazione degli imprenditori e di tutti noi.

Ad esempio, l’e-commerce sta crescendo a doppia cifra: tra marzo e settembre 2020 le vendite cumulate sono salite del 32% yoy. Rappresenta un’opportunità unica di rispondere e risolvere i principali “mal di pancia” degli imprenditori nelle relazioni con il sistema finanziario: trasparenza, velocità e semplicità.  Grazie all’open banking, alla PSD2, ai nuovi approcci di AI e Machine learning si sono create le condizioni di un  momento unico per creare nuovi prodotti e servizi, digitali e a distanza. La missione di AideXa è questa: facilitare la vita dell’imprenditore costruendo insieme esperienze finanziarie semplici, veloci e sorprendenti. Vogliamo accompagnare gli imprenditori nello sviluppo dei loro progetti e della loro azienda, facendo leva sulle nuove tecnologie.

FT: Banca Idea è nata durante il periodo del lockdown, un segnale positivo per l’imprenditoria italiana, come è nata l’iniziativa?

FS: Il progetto Banca Idea nasce da lontano, nel 2019, dalle idee di un gruppo di imprenditori – a partire da Roberto Nicastro e dal sottoscritto – provenienti sia dal mondo bancario che dal mondo Fintech. Vi svelo un piccolo segreto: un comune amico ed ex collega, che oggi è anche nostro investitore, sapeva che sia io che Roberto volevamo creare una fintech dedicata agli imprenditori e ci ha rimesso in contatto dopo alcuni anni: siamo letteralmente partiti da un caffè e alcune idee su foglio di carta. 

Nel tempo, abbiamo consolidato le nostre idee e portato in squadra altri promotori di grande talento e competenze, che condividono la nostra visione imprenditoriale. A marzo, in pieno Covid, abbiamo avuto l’opportunità di chiudere un round di finanziamento con investitori sinergici di grande profilo, Venture Capitalist come 360 Capital Partners e numerosi angels con competenze distintive in ogni ambito. Nonostante il Covid, lavorando da remoto con resilienza, non abbiamo esitato a lasciare i nostri lavori e creare AideXa, spinti dalla convinzione di poter supportare gli imprenditori in modo diverso, proprio in un momento critico per il Paese.

FT: Ti faccio un’ultima domanda con la speranza che possa essere di aiuto alla community di FT, ti sentiresti di consigliare un’esperienza in una start-up fintech a un giovane che appena completato gli studi o consigli prima un’esperienza in una grande corporation?

FS: Assolutamente si, soprattutto se il talento ha voglia di affermarsi e di far accadere le cose. Negli ultimi mesi abbiamo attratto tra gli AideXer diversi talenti giovanissimi, provenienti direttamente dal mondo universitario: il valore che stanno contribuendo è sorprendente. Da un lato, le opportunità che hanno di crescere in un’organizzazione “flat” come la nostra, dove c’è tantissimo da fare e la responsabilità è “di chi se la prende” sono infinite. Dall’altro, possono essere giornalmente affiancati da competenze ed esperienza, sia nel mondo tecnologico che nel mondo bancario, che le supportano al momento del bisogno nella crescita, che avviene in modo accelerato. Ancora più importante: siamo persone prima di azienda, che hanno condiviso valori forti come l’imprenditorialità, l’innovazione, la velocità, la passione e l’entusiasmo. In questo ambiente, il talento può crescere, svilupparsi e “shape the future” immediatamente, anche del paese.