Intervista con Orlando Merone, Country Manager Italy di Bitpanda.
FT: Ci potresti raccontare il tuo percorso lavorativo e come sei arrivato al fintech?
OM: Ho iniziato nel 2014 e allora, in Italia, la parola “fintech” era ancora sconosciuta. Da imprenditore, volevo risolvere un problema molto concreto: permettere ai freelance di essere pagati in maniera facile e veloce tramite carta. Per questo ho creato un POS virtuale pay-by-link che permetteva a qualunque partita IVA in Europa di accettare pagamenti tramite carta, condividendo un semplice link. Ho scoperto che i giornali ci definivano una startup “fintech” soltanto dopo aver vinto una competizione in Italia. Anni dopo, quello che mi tiene ancorato a questo settore è proprio l’innovazione, lo stesso elemento che mi ha aiutato a prendere la decisione di entrare in Bitpanda.
FT: Raccontaci di Bitpanda e dei servizi che offrite
OM: Bitpanda è impegnata dal 2014 a rendere il mondo degli investimenti accessibili per chiunque ed oggi è una delle fintech a più rapida crescita in Europa, con oltre 3 milioni di utenti. All’inizio offriva solo Bitcoin e criptovalute, poi ha sviluppato ulteriormente la propria tecnologia e la propria offerta aggiungendo alla piattaforma altre asset class digitali, Prima i metalli preziosi e poi, come annunciato di recente, oltre 1000 azioni frazionate ed ETF grazie a Bitpanda Stocks. In questo modo, chiunque può investire cifre a partire da 1€. Si può accedere facilmente tramite telefono o computer, creando un account e verificandolo, per poi comprare, vendere e scambiare quasi ogni tipo di asset digitale. Inoltre Bitpanda mette a disposizione la propria tecnologia proprietaria via API a fintech e banche italiane ed europee, che così sono in grado di offrire gli stessi servizi ai rispettivi clienti, ampliando l’offerta e riducendo il time-to-market.
FT: Molte poche persone possono vantare nel proprio CV ben 3 esperienze lavorative in 3 dei principali unicorni fintech, quali sono le principali differenze che hai riscontrato rispetto alle tue esperienze precedenti?
OM: Sono esperienze che mi hanno arricchito moltissimo, in momenti diversi della mia carriera e in modi diversi. Ho potuto soprattutto riscontrare differenze a livello di cultura aziendale, legate naturalmente all’origine geografica di ciascuna azienda: Circle è un’azienda americana e “americano-centrica”, dove ho potuto assistere alla nascita del criptodollaro (creato insieme a coinbase). In Revolut ho avuto l’opportunità di costruire lo sviluppo del business e delle partnership non solo in Italia, ma in altri sei mercati del Sud Europa, lavorando in un’azienda UK durante il periodo – difficile – di Brexit. E infine in Bitpanda ho lanciato il mercato italiano di un’azienda che ha tutte le carte in regola per essere veramente un player globale. Un’azienda nata nel cuore dell’Europa, a Vienna, che in pochi anni non solo è diventata profittevole (ormai siamo al settimo anno di utile) ma si è affermata come leader europeo.
FT: Quali pensi che siano i trend più rilevanti nel fintech per i prossimi 12 mesi?
OM: Nel settore ci sono alcuni trend davvero molto interessanti. Naturalmente partiamo con il più dibattuto, quello della rivoluzione delle criptovalute, ormai sulle pagine di tutti i giornali. E poi sarà interessante seguire gli sviluppi del cosiddetto Metaverso, una volta che l’hype iniziale lascerà spazio a progetti sempre più concreti. Ma ci sono tanti altri trend che ruotano attorno ai dati e alle blockchain, su cui naturalmente le cripto poggiano. Pensiamo ad esempio al tema platform-as-a-service (PaaS), ai servizi bancari non tradizionali, alla crescente dipendenza dalle tecnologie intelligenti, alle opzioni di pagamento in mobilità, alle innovazioni sulle cripto e sulla blockchain, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza. A livello più mainstream, c’è un trend finanziario sempre più prominente: ognuno di noi si interessa agli investimenti dato il grande hype sui social media e anche sui media tradizionali. Naturalmente questo è importantissimo per piattaforme di investimento come Bitpanda.
FT: Ti facciamo un’ultima domanda con la speranza che possa essere di aiuto alla community di FT, ti sentiresti di consigliare un’esperienza in una start-up fintech a un giovane che appena completato gli studi o consigli prima un’esperienza in una grande corporation?
OM: Bisogna innanzitutto provare a seguire le proprie aspirazioni e le proprie passioni, consapevoli del fatto che a vent’anni o poco più sia ancora difficile capire che cosa si voglia fare nella vita. Il percorso di carriera di ciascuno deve assolutamente tenerne conto, perché sono la benzina che permette di correre e superare ogni traguardo. Per chi vuole specializzarsi nel fintech, più che l’esperienza in una big corporate o in una start-up, suggerisco di prendere in considerazione di valutare un’esperienza in una scale up tecnologica europea, che sforna sempre più unicorni per fortuna. A parte priorità ormai banali ma sempre cruciali quali la conoscenza delle lingue straniere e qualche esperienza all’estero, va data massima importanza allo studio. Coding e data analytics sono aree fondamentali: prima di avvicinarsi ad un settore come questo, vanno poste solide fondamenta in questi ambiti, che consentano un domani di poter effettivamente acquisire una visione d’insieme.