Sono passati anni dalla prima volta che si è sentito parlare di tokenizzazione immobiliare e ancora oggi sono poche le operazioni (almeno quelle conosciute) che possano essere prese ad esempio.
Partiamo dal concetto di token
Il token altro non è che la trasposizione virtuale di un asset, o di una parte di esso. Per chi mastica abbastanza di finanza possiamo fare un parallelismo e dire che la tokenizzazione è un processo molto simile alla “commodizzazione”, cioè la quotazione delle materie prime sui mercati, che le rende facilmente scambiabili, con un vantaggio in più: il supporto della trasparenza della blockchain.
E’ semplice pensare che la tokenizzazione, in un settore molto rigido ma trainante per l’economia come il settore immobiliare, possa essere la soluzione che da tempo gli operatori cercano. La ragione principale è che porterebbe liquidità che renderebbe meno rigido un mercato, creando un vantaggio per l’intero ecosistema che vive e orbita intorno ad esso.
Questo perché seppur esista un mercato, che specie in questo periodo e in particolari città risulti florido (almeno così era prima del COVID-19). Qualsiasi operatore trarrebbe giovamento dal poter liquidare in parte o del tutto il proprio patrimonio immobiliare, migliorando la rotazione del circolante.
I vantaggi della tokenizzazione nel settore immobiliare
La realtà attuale prevede invece una serie di lungaggini burocratiche e amministrative che, per far sì che un operatore immobiliare arrivi alla chiusura di un’operazione, e quindi all’ottenimento dei propri margini.
Siamo abituati ad attendere periodi molto lunghi, dovuti dalla richiesta dei mutui in banca da parte degli acquirenti o all’organizzazione di un rogito, tempi che possono traslare l’incasso degli sviluppatori di trimestri o più; realtà che viene vissuta non solo dall’operatore ma anche da suoi fornitori.
Sono queste le situazioni ideali in cui un token, distribuito sul mercato globale tramite un exchange, porterebbe alla vendita totale o parziale del patrimonio immobiliare e alla generazione di flussi che in pochi minuti.
Creerebbero un polmone finanziario in grado di dare ossigeno a tutti gli attori del mercato immobiliare.
Ma non si tratta solo di operatori immobiliari, bensì di investitori, perché proprio come con il crowdfunding, la tokenizzazione porterebbe il mercato immobiliare alla portata del piccolo-medio risparmiatore.
La grande differenza rispetto all’ormai noto crowdfunding: un mercato globale.
Nello specifico, la possibile generazione di token nel real-estate significherebbe:
- disintermediare un sistema altamente bancocentrico che non segue la velocità del business e creare un nuovo operatore finanziario;
- abbattere la pressione di finanziamenti sugli operatori immobiliari, che da anni provengono da un’unica categoria di operatore;
- possibilità per l’imprenditore di pagamenti con un orizzonte temporale più breve dei fornitori;
- reinvestimento dei capitali ottenuti nel medio periodo.
In breve un mercato altamente liquido e performante.
Tokenizzazione immobiliare a Manhattan
Prova ne è l’immobile di Manhattan che è stato tokenizzato su Ethereum per un valore di 30 milioni di dollari.

L’immobile ha un valore stimato di oltre 30 milioni di dollari. Consiste nello specifico, in 12 unità abitative della grandezza di 160 m² situate sulla tredicesima strada all’altezza dell’East Village.
Il sottobosco freme e gli operatori sono sempre più interessati all’argomento, ma perché non si è ancora vista nessuna operazione del genere in Italia?
- Perché non esiste una normativa pronta per far sì che i token possano essere scambiati sugli exchange presenti sul mercato;
- Si dovrebbe rivoluzionare una burocrazia altamente ingessata come quella italiana;
- C’è bisogno di smart-contract evoluti che si adattino al nostro sistema.
Ma non dobbiamo pensare che ci siano solo lati positivi.
Cosa accadrebbe se la tokenizzazione prendesse piede nel mercato real-estate rendendolo addirittura volatile?
Si interromperebbe la tipica ciclicità del settore e tutti gli attori dovrebbero rivedere le proprie strategie adeguandole a tempistiche completamente diverse.
Riassumendo possiamo dire che il processo di tokenizzazione degli asset del mondo reale sta per rivoluzionare la maniera in cui operano svariati business come il real-estate.
Sarà in grado di migliorare la velocità delle transazioni, garantendo trasparenza, responsabilità e, soprattutto, elevando la liquidità.