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INTERVISTA A JACOPO FRACASSI, RESEARCHER AT OSSERVATORIO BLOCKCHAIN & DISTRIBUTED LEDGER

FT: Partiamo da te, ci potresti raccontare il tuo percorso? 

JF: Ho studiato al Politecnico e tramite un amico poi mi è stato detto che c’erano delle posizioni aperte agli Osservatori Digital Innovation del Politecnico e quindi sono andato per informarmi, anche se non sapevo con esattezza quali Osservatori stessero cercando. Durante i colloqui mi hanno presentato le varie opportunità e tra queste c’era anche il “neonato” Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger, al colloquio ero l’unica persona che già sapeva cosa fosse la tecnologia Blockchain. Sono infatti per natura molto curioso e mi ero informato personalmente su cosa fosse già negli anni precedenti. A inizio 2017 ancora solo poche persone conoscevano queste tecnologie o Bitcoin.

FT: Blockchain e criptovalute, potresti fare chiarezza, spesso le due cose si confondono

JF: Nel 2008 all’interno del suo celebre paper Satoshi Nakamoto combina alcune soluzioni tecnologiche già esistenti e conosciute (crittografia, proof of work, reti peer2peer, sistemi di incentivi) in un’architettura nuova. Il paper definisce un sistema che consente di rappresentare la proprietà di alcuni “oggetti” digitali, chiamati Bitcoin. I bitcoin sono perciò contemporaneamente la prima criptovaluta e la prima applicazione della tecnologia Blockchain. Le criptovalute sono infatti monete digitali decentralizzate che utilizzano tecniche crittografiche e sistemi di allineamento degli incentivi per garantire la sicurezza degli scambi tra gli utenti. A differenza delle valute tradizionali, non esistono enti centrali che intermediano le transazioni e le regole con cui avvengono gli scambi sono scritte in un software open-source pubblicamente verificabile. Mentre la Blockchain è la tecnologia alla loro base e rappresenta un particolare tipo di registro distribuito strutturato sottoforma di una catena di blocchi. Pur essendo nata come semplice meccanismo dietro le criptovalute oggi la Blockchain è utilizzata da sempre più aziende in tutto il mondo e anche molti Governi guardano con interesse a queste tecnologie.

FT: Di cosa vi occupate in Osservatorio Blockchain?

JF: L’Osservatorio ha la mission di generare e condividere la conoscenza sui temi Blockchain e Distributed Ledger e contribuire allo sviluppo del mercato italiano, creando occasioni di incontro e confronto tra i principali attori attivi sul tema. Analizziamo inoltre i principali trend internazionali in questo ambito e cerchiamo di raccogliere dati utili per tutto il settore.

FT: Qual è il tuo punto di vista sul futuro delle criptovalute e sul futuro della blockchain al di fuori del mondo finanziario?

JF: Se nel passato il valore delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger è stato messo in discussione, negli ultimi anni qualcosa sembra essere cambiato. Tutti ora guardano con grande interesse a queste tecnologie: sviluppatori, startup, aziende, big tech, governi, istituzioni e pubbliche amministrazioni. L’utilizzo di tecnologie Blockchain e Distributed Ledger, partito dal settore finanziario, si è ora diffuso in molti altri ambiti. Colossi come Walmart (grande distribuzione), Maersk (logistica) e LVMH (moda e lusso) hanno intrapreso importanti progetti di innovazione basati su queste tecnologie; le big tech si sono attivate: Facebook con Libra; Telegram con TON; Amazon, Microsoft e Alibaba con soluzioni “Blockchain as a Service” per le aziende. Anche le istituzioni pubbliche e i governi hanno iniziato a investire in maniera decisa sulla Blockchain: il Regno Unito sta lavorando a un catasto nazionale basato su Blockchain, gli Stati Uniti e la Russia stanno testando diverse applicazioni dal voto al pagamento delle tasse, la Commissione Europea ha lanciato l’European Blockchain Service Infrastructure (EBSI), per promuovere servizi pubblici basati su queste tecnologie. 

Per quanto riguarda le criptovalute invece è innegabile che ormai abbiano un ruolo rilevante, testimoniato anche dal loro valore sempre in crescita. In alcuni paesi come ad esempio il Venezuela sono diventare rapidamente molto utilizzate e le stablecoin, ovvero le criptovalute stabilizzate rispetto ad altre valute fiat esistenti (e.g. il dollaro) si stanno diffondendo sempre di più in Paesi che subiscono l’inflazione come l’Argentina o alcuni paesi africani, dove anche i merchant le accettano per i loro pagamenti.

FT: Infine, vorremmo chiederti cosa consiglieresti a un giovane che vorrebbe avvicinarsi al mondo della blockchain? Come e dove formarsi, ma soprattutto come entrare in contatto con aziende del settore?  

JF: Per approcciare la tecnologia Blockchain suggerisco assolutamente di iniziare a frequentare il cosiddetto crypto-twitter, ovvero i vari account che trattano tematiche inerenti al mondo Blockchian su Twitter. Può infatti essere sicuramente utile per iniziare ad avvicinarsi a questo mondo, date anche le numerose discussioni che ne scaturiscono. A partire da questo raccomando però di andarsi poi ad approfondire e leggere i principali white paper, incluso quello di Bitcoin, e approfondire anche con alcuni report generalisti, come ad esempio i nostri report pubblici che pubblichiamo ogni anno in corrispondenza del nostro convegno. Anche partecipare ad eventi di questo tipo può essere molto utile. Il prossimo nostro convegno si terrà ad esempio il 22 gennaio 2021 e solitamente queste occasioni sono ottime anche per confrontarsi con alcuni attori internazionali. I vari eventi Blockchain, una volta che potremo tornare a farli in presenza, rappresentano anche un ottimo modo per entrare in contatto con le aziende.

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